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Il gatto ed il rapporto con l’uomo

ll gatto vive con noi da millenni, come dimostrano diversi ritrovamenti archeologici. In Turchia, per esempio, sono stati rinvenuti numerosi scheletri di gatti in prossimità di insediamenti umani risalenti al 10.000 a.c. E a Cipro, recentemente, è stata rinvenuta una sepoltura del 6000 a.c., dove un essere umano e un gatto, uno accanto all’altro, sono ricoperti con piante, pietre preziose e conchiglie.Queste testimonianze provano una relazione tanto intima e antica, da far ritenere che il piccolo felino sia stato vissuto da subito come animale da compagnia e non solo a seguito dell’impiego come difensore delle derrate alimentari da topi e da altri roditori. Le prove di questa millenaria contiguità con l’uomo hanno messo in evidenza negli ultimi anni come il gatto non sia, a dispetto del pensiero comune, un animale solitario in senso stretto.La convivenza con gli esseri umani, infatti, ha spinto il piccolo felino a creare una o più relazioni sociali con i componenti della famiglia.
siameseUna buona convivenza umano-gatto richiede una relazione corretta fondata sul pieno riconoscimento delle rispettive diversità. Per arrivare a questo risultato è necessario che il piccolo felino non venga trasformato in un oggetto e, soprattutto, non sia considerato una proiezione dell’uomo;solo l’effettiva consapevolezza di appartenere a specie diverse porta alla conoscenza delle vere necessità dei nostri gatti.Oltre al cibo, l’acqua e un riparo, che sono fabbisogni fisiologici primari per ogni essere vivente, gli animali esprimono altre esigenze comportamentali, in quanto dotati di una mente con attitudini, emozioni e capacità cognitive simili a quelle dell’essere umano.Ma ciò non toglie che al gatto debba essere riconosciuta una specifica identità etologica che consenta di instaurare una relazione con l’uomo non basata sul concetto di uguaglianza, ma su quello di diversità. La relazione va costruita con pazienza, voglia di conoscere e disposizione all’ascolto e all’osservazione.

Cibo e coccole non bastano
I gatti trascorrono la maggior parte della giornata in solitudine. In genere, li incontriamo a casa alla sera e solo allora ci occupiamo di loro, somministrando cibo e coccole. Una delle dimensioni fondamentali nella relazione uomo-animale è quella affettiva: l’interscambio è basato sulla protezione, rassicurazione, offerta e richiesta di aiuto e sulla condivisione emozionale.
Il partner umano mostra un comportamento protettivo nei confronti del gatto, assumendo il ruolo del genitore e mostra l’atteggiamento tipico dell’accudimento parentale. La dimensione affettiva, basata sulla somministrazione di cibo e affetto, però, non solo predispone all’aumento di peso del gatto, ma è insufficiente a soddisfarne appieno i fabbisogni.Oltre al cibo e alle carezze, il gioco, la collaborazione, la condivisione di esperienze e l’incontro con altri esseri umani sono alcuni tra i principali elementi di interscambio all’interno della relazione. Per raggiungere un legame equilibrato e appagante è necessario quindi integrare la dimensione affettiva con altri contributi relazionali, aprendo per esempio la dimensione ludica e sociale.

british lillaIl gioco è la via per una relazione più ricca
Al nostro gatto possiamo proporre tante attività, stimolando il gioco e la collaborazione. A questo scopo, trasformiamo gli oggetti di casa in ostacoli da aggirare, saltare o esplorare. Un gioco è, per esempio, collocare del cibo sopra una sedia e attendere che il gatto appoggi le zampe anteriori sul supporto: salirà poi rapidamente incitato dalla nostra voce e allettato dai bocconcini.
A questo punto, posizioniamo alcuni bocconcini sul pavimento vicino alla sedia e attendiamo che il gatto scenda. Una volta che avrà appreso correttamente l’esercizio, possiamo complicarlo invitandolo a passare sotto la sedia, o a effettuare uno slalom tra le gambe, oppure ad aggirare l’ostacolo. Anche il nostro corpo può diventare una palestra per il piccolo felino, dove braccia e gambe si trasformano in ostacoli da aggirare e saltare. Sempre in un’ottica di gioco, è possibile proporre al gatto alcuni semplici rompicapo: basta un topolino, o un premio in cibo, nascosto sotto un bicchiere di plastica trasparente per stimolare l’intelligenza enigmista del piccolo felino. È sufficiente muovere ripetutamente un topolino che, dopo qualche minuto, nasconderemo sotto il bicchiere capovolto.La coda del topolino (preferibilmente costituita da piume) dovrà sporgere dal bicchiere. Rapidamente il gatto cercherà di raggiungere il topolino, facendo cadere l’oggetto che lo nasconde. A questo punto premieremo il nostro piccolo amico con bocconcini appetitosi e lo lasceremo giocare liberamente con il topolino.

mini-clubdelcane-british-lilla-4-29-10-2012Le solitudine lo fa ammalare
La solitudine e una relazione non appagante sono alla base dell’”Ansia da Luogo Chiuso”, una malattia del comportamento che colpisce un gran numero di gatti che vive in appartamento. In questi casi, i sintomi evidenziati dal piccolo felino culminano spesso in un comportamento di aggressione predatoria a carico dell’essere umano. Una visita comportamentale, realizzata dal Veterinario, potrà mettere in luce un deficit relazionale che potrà essere curato con una terapia adeguata.Lo svolgimento della visita comportamentale segue lo stesso iter di una qualsiasi altra visita specialistica: anamnesi remota e prossima, diagnosi, diagnosi differenziale, prognosi e terapia. È bene ricordare che il proprietario, pur non essendo un etologo, è un ottimo osservatore che può riportare al Veterinario molteplici dati, anche se spesso legati a un’interpretazione soggettiva .La solitudine del gatto e una relazione non appagante con il proprietario non vanno sottovalutate. Infatti non danno luogo soltanto a stati d’apatia e scarsa socievolezza, ma possono portare a un vero e proprio disturbo del comportamento conosciuto come “Ansia da Luogo Chiuso”, una malattia del comportamento che colpisce un gran numero di gatti sopra l’anno di età che vivono in appartamento.
Per essere certi di costruire una relazione corretta con il nostro gatto, è bene ricorrere fin dal momento dell’adozione all’aiuto del Veterinario. Questo supporto può essere fondamentale per consigliare i giusti comportamenti da tenere e il corretto arricchimento ambientale (giochi, palestre, grattatoi ecc.) da predisporre per costruire una relazione equilibrata ed appagante con il nostro micio.

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